Per il nuovo testo critico si adotteranno i seguenti criteri ecdotici:
- conservazione di grafie latineggianti per la congiunzione et davanti a vocale (a segnalare la dialefe obbligatoria), per alcuni nomi propri (ad es., Ytalia a If 106 o Sphinge a Pg 33.47, da cui l’erroneo spinge), per il nesso ctin auctore e derivati (secondo la distinzione di Cv 4.6.3), per l’acca etimologica in sostantivi e aggettivi per cui sia attestata congiuntamente da Mart, Triv e Pal;
- assenza dell’acca etimologica nelle forme del verbo avere (à ‘ha’), secondo il dettato prevalente dei codici;
- preposizioni articolate: conservazione della forma sintetica davanti a vocale tonica (il tipo dell’oro, notato da Castellani nel fiorentino della generazione di Dante)[1] laddove presente in Triv, in Mart o in Pal;
- medesimo criterio per lo scempiamento dopo il prefisso verbale a– (ad es., abandonai);
- inserimento di h nel che eliso davanti a vocale centrale o posteriore (cudito > ch’udito);
- ammodernamento dei digrammi e trigrammi per la laterale palatale, la nasale palatale e l’affricata prepalatale sorda e sonora: lgl/lli > gli; ngn/ni/nni > gn; cie/gie > ce/ge;
- resa di x con ss (exercito > essercito);
- inserimento dell’apostrofo, in funzione diacritica, per indicare l’apocope vocalica dei plurali dopo liquida (ad es., cavalier’, gran’).
Nell’apparato negativo si daranno anche le varianti formali respinte e si darà conto della distinzione tra la stampa di Luca Martini (Mart*) e le lezioni del codice di Forese Donati (Mart), racchiudendo tra parentesi graffe anche la lezione accolta a testo per una più completa informazione.
Per i singoli testimoni (la cui trascrizione completa sarà effettuata alla fine, compatibilmente con i tempi del progetto) si seguono i seguenti criteri:
- Separazione delle parole.
- Scioglimento delle notazioni tachigrafiche.
- Distinzione tra u e v.
- Sostituzione di j con i, rappresentazione di jod con j (ad es., voja/voia ‘voglia’).
- Sostituzione di k con c o ch.
- Sostituzione di x con s o ss (ad es., stasone ‘stagione’, essercito).
- Sostituzione di m con n davanti a consonante (ad es., bem ch’io).
- Eliminazione di h tra c e a/o/u (ad es., chome).
- Inserimento di h nel che eliso davanti a a/o/u (ad es., cudito > ch’udito).
- Laterale palatale: gl o lgl > gl(i).
- Nasale palatale: ngn o ni > gn.
- Eliminazione di i nei tipi lucie e bolgie.
- Conservazione di grafie latineggianti (tranne il nesso ct > tt).
- Conservazione delle consonanti scempie.
- Conservazione dei fenomeni fonosintattici (raddoppiamento [a cciò], riduzione [a·luogo ‘al luogo’]).
- Interpunzione coerente il più possibile con l’edizione critica.
- Informazioni sulle eventuali revisioni nell’apparato negativo.
- Correzione degli errori puramente meccanici (in apparato la lezione erronea).
In particolare, per la collazione condotta da Luca Martini sull’Aldina del 1515 si conserva la grafia (non la punteggiatura) dell’edizione a stampa, evidenziando in grassetto le varianti autografe apposte dall’umanista; per il Landiano si dà come testo-base quello della prima mano, fornendo in apparato le lezioni frutto di successiva revisione.
[1] Vd. l’introduzione di Pirovano alla Vita nuova (NECOD I i), pp. 52-53.