INFERNO 1 (FONTI)

1. «In dimidio dierum meorum vadam ad portas inferi» (Is. 38.10); «Festinemus ergo ad patriam, qui in via sumus; tota enim vita nostra quasi iter unius diei est» (Colombano, Instructio VIII, § 1 [Sancti Columbani Opera, edited by G.S.M. Walker, Dublin 1957]); «nel cammino di questa brevissima vita» (Cv 3.15.18).

2. Cfr. per obscurum nemus / silvamque opacae vallis (Seneca, Phoenissae 15-16): parole rivolte da Edipo ad Antigone, in riferimento ai luoghi selvatici (ormai ambiente naturale del figlio incestuoso e parricida) in cui Agave, in preda al delirio di baccante, portò la testa del figlio Penteo confitta sul tirso. Si noti che Edipo, all’inizio (v. 4), chiede ad Antigone perché tenti di deviare verso la retta via il suo cammino privo di una meta: In recta quid deflectis errantem gradum? E la figlia si presenta come guida (quo vis utere / duce me [vv. 64-65]) che precede il padre (dum prior, quo vis eo [vv. 73]). Per lo smarrirsi di Dante nella valle cfr. If 15.50.

3. Cfr. Tesoretto 187-189: perdei il gran cammino, / e tenni a la traversa / d’una selva diversa.

4. Per E con valore asseverativo-enfatico davanti a quanto cfr. Cv 4.10.9, 4.11.13, 4.13.13; Pd 8.46-48. Ah/Ahi è facile glossa introdotta per evitare di leggere con valore copulativo (cfr. Benvenuto, ad l.) – cosa dura: «li quali comandamenti sono molti, sì che dura cosa sarebbe a dicerli tutti» (Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, p. 80); «è durissima cosa a dire» (Stat. sen., 1309-10, dist. 1, cap. 4); per duro a vd. TLIO, s. duro agg. § 2.5.

5. Aspera silva è clausola virgiliana (Georg. 1.152, 3.384). E anche la figura etimologica ricorda le cavae […] cavernae di Aen. 2.53.

6. Per il leit-motiv dell’emozione rivissuta cfr. If 3.130-132, 4.119-120, 5.102, 10.78, 14.77-78, 16.12, 17.85-88, 22.31-33, 24.82-84, 25.4, 26.19-20, 28.118, 30.67-69, 134-135, 32.70-72, 33.4-6, 34.10; Pg 2.114, 8.2-3, 18.120, 23.117; Pd 8.29-30, 23.129, 33.62-63; anche Fiore 154.7-8; A ciascun’alma presa 8; Per una ghirlandetta 1-3; Lo doloroso amor 15-18; Amor, tu vedi ben 40-42.

11. «Somnus autem animae est oblivisci Deum suum. Quaecumque anima oblita fuerit Deum suum dormit» (Agostino, Enarr. in Ps. 62.4).

12. Cfr. la chiusa della canzone di Chiaro Davanzati Ahi dolze e gaia terra fiorentinaonde ‘l Segnore Idio pien di pietate / per Sua nobilitate / ti riconduca a la verace via (vv. 68-70). 

16. Cfr. Ps 120.1: «Levavi oculos meos in montes, unde veniet auxilium mihi».

17. Personificazione ispirata a quella dei Campi Elisi in Aen. 6.640-641: Largior hic campos aether et lumine vestit / purpureo, solemque suum, sua sidera norunt.

20. Cfr. que jes Rozers, per aiga qe l’engrois, / non a tal briu c’al cor plus larga dotz / no m fass’, estanc d’amor, qan la remire (Arnaut Daniel, Sols sui 26-28, canzone citata in DVE 2.6.6), «ché già il Rodano, per quanta acqua l’ingrossi, non ha tale impeto che al cuore, lago d’amore, non mi faccia più copiosa sorgente quando la contemplo» (trad. di Mario Eusebi).

129. Eco quasi palinodica dell’esclamazione virgiliana di Georg. 2.490 (Felix qui potuit rerum cognoscere causas).

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